Il potere inesplorato del secondment

Il potere inesplorato del secondment

Il “secondment” – ovvero il periodo di distacco professionale temporaneo in un’ azienda cliente – è una pratica ancora poco valorizzata negli ambienti professionali, nonostante il suo potenziale concreto di arricchimento delle competenze del “secondee” (come anche del suo team in studio) e di miglioramento delle relazioni e della partnership tra studi legali e aziende.

❗Sfortunatamente, il ‘business as usual‘ induce ad assumere decisioni orientate al “si è sempre fatto così“, al contenimento dei costi, al massimo sfruttamento dei talenti disponibili e, non ultimo, a trascurare la motivazione delle persone… Illudendosi che un cliente è per sempre, come un 💎

Il “secondment” spiegato bene

Il “secondment” può essere utilizzato per diverse finalità, tra cui

  • lo sviluppo professionale del collaboratore distaccato – i professionisti acquisiscono esperienze e competenze che non avrebbero la possibilità di sviluppare nel loro ambiente abituale.
  • il rafforzamento delle relazioni cliente-fornitore – favorisce una comprensione più profonda delle esigenze del cliente e può aprire nuove opportunità di business e collaborazione.
  • l’acquisizione di nuove competenze al singolo e al suo team e la sperimentazione – il ritorno del collaboratore può portare nuove idee e pratiche nell’organizzazione di origine, stimolando anche l’innovazione interna.
  • la strutturazione di soluzioni efficaci di gestione del rischio legale.

Nondimeno, per più ragioni illustrate anche nel video qui introdotto, questo strumento è sfruttato poco e gestito senza strategia.

Sfide

Alcune peculiarità dell’esperienza di distacco rischiano di essere sottovalutate e gestite in modalità “business as usual“, con ciò travisando il reale costo/opportunità delle scelte professionali poste in essere (dal singolo e dallo studio) e sprecando l’occasione di sperimentare e rendere funzionale al business e proficuo qualcosa che può richiede sempre

  1. Integrazione e adattamento: il collaboratore deve adattarsi rapidamente alla diversa cultura aziendale e dimostrare il proprio valore, il che può essere stressante e impegnativo;
  2. Gestione delle aspettative: è cruciale che tutte le parti coinvolte nel processo chiariscano reciprocamente le proprie aspettative per prevenire delusioni, ritardi, malintesi, inefficienze e sprechi;
  3. Rischi di “non ritorno”: esiste il rischio che il collaboratore possa decidere di non fare ritorno all’organizzazione di origine, specialmente se l’esperienza di “secondment” è particolarmente positiva e, al contempo, quella in studio particolarmente demotivante.

Inoltre, in un mondo del lavoro in continua evoluzione:

💬 Come si rinforza la partnership con un cliente?

💬 Le politiche di attraction e retention dei professionisti talentuosi, possono continuare a non prevedere esperienze di secondment in azienda (o in altri studi professionali)?

Strategie per un secondment efficace

Preparazione e formazione: preparare adeguatamente il professionista, come anche il team con cui collabora e quello in azienda a gestire con efficacia il periodo di collaborazione con l’azienda attraverso formazione specifica e briefing dettagliato oltre che a tutoring e feedback può aumentare le probabilità di successo dell’esperienza ma anche quella di successo del singolo (intendendo per “successo” la soddisfazione professionale del singolo, che si trova a sperimentare più culture del lavoro e a scegliere con consapevolezza in cosa investire).

Supporto continuativo: mantenere un contatto regolare con il collaboratore durante il secondment per offrire supporto e ricevere aggiornamenti sulle sue esperienza, nonché per rendere possibile sfruttare l’esperienza di partnership con il cliente senza delegare ogni responsabilità al professionista (spesso non formato a creare occasioni di concreta collaborazione duratura)

Debriefing” al rientro e continuità nel processo di “secondment”: curare la continuità del processo di partnership non solo attraverso occasioni di “debriefing” (per discutere dell’esperienza, delle competenze acquisite e delle possibili applicazioni nel contesto originale), ma anche di feedback e di apprendimento continuo.

Conclusione

Il “secondment” è un potente strumento di sviluppo professionale che, se gestito correttamente, può offrire vantaggi significativi sia per il professionista sia per le organizzazioni coinvolte.

È fondamentale una pianificazione attenta e un impegno condiviso tra tutte le parti coinvolte (azienda, studio professionale e singolo professionista) per assicurare che l’esperienza sia produttiva.

Con le strategie appropriate (formazione, coaching, ma anche mentoring e tutoring), il “secondment” può trasformarsi da semplice esperienza estemporanea a un vero e proprio investimento in consapevolezza e professionalità che avvantaggia non solo il singolo, ma anche la squadra con cui collabora e con la quale torna a collaborare dopo l’esperienza di distacco.

Ogni rapporto che non eleva abbassa, e viceversa.

(F. Nietzsche.

Il mondo legale cambia con noi 🖤

In queste pagine alcune considerazioni preziose sul secondment e su come è essenziale aggiornare il nostro punto di vista sullo strumento e le possibilità che offre

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