Leader si nasce o si diventa? Tips & Tools.
Leader si nasce o si diventa?
Forse la domanda è semplicemente mal posta, visto che non a tutti è richiesto di fare la storia.
Nel dubbio, è comunque meglio dedicarsi ad allenare le caratteristiche del leader, dalla consapevolezza di sé, al condividere la propria visione e saperla calare nel presente.
Come? Attraverso una strategia che valorizza il proprio potenziale e consente di distinguersi e farsi avanti mentre si contribuisce al successo e al benessere del proprio team.
Leader si nasce o si diventa – l’importanza della self awareness
La principale qualità di un leader è senza dubbio la self awareness – la consapevolezza di sé e dell’ambiente nel quale si muove. Solo un leader consapevole sa guidare sé stesso e gli altri verso un traguardo; al contempo, solo un leader consapevole viene percepito come autentico e può convincere gli altri a seguirlo.
Come allenare questo superpotere?
- Sicuramente prendersi del tempo per mettere a fuoco i propri talenti e le proprie caratteristiche è il primo passo da compiere.
- Altrettanto cruciale analizzare il contesto nel quale si opera e comprenderne le dinamiche, perché non c’è innovazione senza conoscenza.
Inoltre, per fare la differenza serve tenere presente che i colleghi e l’organizzazione con cui si collabora saranno tanto più recettivi rispetto a una nostra proposta quanto più quella porterà loro un vantaggio concreto in termini di benessere, incremento della qualità del lavoro o fidelizzazione del cliente.
- A questo punto è fondamentale imparare a prendere l’iniziativa. Non ha senso, infatti, aspettare che l’organizzazione (ma anche solo il team cui si appartiene) si accorga del valore del nostro punto di vista: molto più efficace saper tradurre in azione le nostre migliori osservazioni, evitando di lasciarle bloccate dentro di noi in attesa di qualche segnale.
- In parallelo, occorre lavorare per creare le condizioni per cui la stessa organizzazione si accorga dell’importanza della nostra visione. Specie se abbiamo un background che arricchisce il punto di vista del team, perché “diverso” (ad esempio per formazione, età, genere, provenienza, esperienza).
Un’organizzazione beneficia delle prospettive dei suoi membri, e perde invece potenziale laddove non sfrutta talenti e creatività di ciascuno, prendendo decisioni basate sull’abitudine, non bilanciate o semplicemente miopi.
- Tutto quanto precede chiaramente non porta a nulla senza saper comunicare efficacemente: serve sia per farsi apprezzare, sia per rendere chiaro che quanto esprime va al di là della propria affermazione e soddisfa le aspettative e gli interessi di chi ascolta (ad esempio perché può migliorare la qualità del servizio offerto al cliente, o perché aiuta l’organizzazione ad adattarsi meglio al momento).
- Proiettare una presenza da leader, infine, richiede la capacità di stare nel presente, dosando le risorse (tempo e energie in primis) in funzione dell’obiettivo, adeguando la strategia con flessibilità e apertura alle nuove idee (anche altrui), sapendo dare il giusto peso alle suggestioni (interne ed esterne), alla preparazione, al dettaglio, all’errore.
Quelli elencati sono spunti che, in realtà, chiunque può sfruttare, all’inizio della propria carriera come in qualunque momento avverta l’urgenza di cambiare passo per fare un salto di livello nella propria professionalità.
Un ultimo buon consiglio?
Non aspettare di trovarsi in difficoltà per definire la propria strategia: sapere dove andare e con quali risorse poterlo fare semplifica molto il viaggio. E lo rende speciale.
Parola di business coach.
“Anticipation is power. Raise your ambitions and stay one step ahead”.
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La parte più bella del viaggio è la compagnia!