Perché saper dire NO accelera la carriera?

Perché saper dire NO accelera la carriera?

Il bias del dire sempre ‘sì’

Nel mondo professionale, dire sempre ‘sì’ è spesso celebrato come la chiave per aprire porte a nuove opportunità, esperienze e relazioni. In sostanza, soprattutto quando stiamo ancora accumulando competenza ed esperienza, sarebbe funzionale giocare prima di tutto la carta disponibilità, sicché dire ‘sì’ a tutto sarebbe più che indispensabile.

E anche una volta salito qualche gradino, dire ‘sì’ resterebbe, in sostanza, il nostro passaporto per il mondo.

Questa narrazione “si impantana” piuttosto presto:

  • quando tocchiamo con mano che nessuno ci darà il “premio disponibilità” e, soprattutto
  • quando ci rendiamo conto che, senza selezionare gli incarichi, finiamo per non poter dedicare tempo alle questioni che ci interessano di più (professionali e personali).

E se lì per lì a volte non cogliamo la magnitudo dell’esserci persi occasioni importanti, quando ci ripensiamo a distanza di tempo, persino parecchi anni dopo, il non aver messo al centro scelte proprie, brucia. Parecchio.

La contraddizione percepita

Un aspetto molto poco discusso sul lavoro, ma altrettanto cruciale quanto il dire tanti ‘sì’, è l’abilità di dire ‘no’.

Contrariamente all’intuizione comune, saper rifiutare certe richieste e dosare gli sforzi può effettivamente fungere da acceleratore di carriera.

Eppure, l’idea che dire ‘no’ possa essere vantaggioso per la carriera sembra a prima vista una contraddizione.

Viviamo, del resto, in una cultura che premia l’iper-disponibilità, il lavoro 24/7, la modalità ‘business on‘.

Il ‘sì’ è spesso interpretato per riuscire a gestire tutto, per gentilezza verso ognuno e per preferenza per relazioni non conflittuali; al contrario, il ‘no’ è spesso percepito come un segno di prepotenza, di egoismo o di mancanza di spirito di squadra.

Dire ‘no’ per dare il meglio

Il primo punto da considerare è che saper dire ‘no’ ci consente di concentrarci sulle attività che realmente contano per noi, garantendoci di poter dare il meglio in ciò che è veramente importante.

Questo non solo migliora la qualità del nostro lavoro: ci permette di gestire meglio lo stress, di percepire una maggior sensazione di controllo, e di riuscire così a curare le relazioni con maggior consapevolezza di quel che serve far accadere. Il che implica riuscire a gestire meglio le emozioni sul lavoro.

Questo approccio stacca, peraltro, dividendi preziosi anche in termini di vita professionale più soddisfacente.

Autostima e sicurezza

Dire ‘no’ a compiti che non riflettono la nostra competenza, che non sono stati assegnati in modo rispettoso o che non potremmo gestire come richiesto (tempo/ qualità/ costi), aiuta poi a sviluppare l’autostima e la sicurezza in sé stessi. Imparare a rifiutare proposte non allineate con i nostri obiettivi o valori ci insegna a valorizzare il nostro tempo e le nostre priorità, contribuendo a costruirci una reputazione di persone sicure e consapevoli dei propri limiti.

Definire il limite della nostra disponibilità rinforza enormemente la nostra idea di noi, perché ci autorizza a scegliere. Oggi e in futuro (diventa sempre più facile con l’allenamento, come tutto).

Se invece siamo i primi a dar per scontati il nostro coinvolgimento e a profondere perfezionismo in qualsiasi compito, comunque assegnato, diventa difficile riuscire a riconoscere il nostro valore. Col risultato che anche colleghi e clienti danno il nostro intervento per scontato (cioè lo “pagano” poco).

Essere capaci di dire ‘no’ aumenta la nostra credibilità professionale.

Quando scegliamo con cura a cosa dedicare il nostro tempo, siamo più facilitati a generare risultati di qualità. Il che rafforza

  • la nostra reputazione come professionisti affidabili e competenti, come anche
  • la nostra autostima

Il che, ci porterà a compiere azioni coerenti con i riconoscimenti che otteniamo e, di conseguenza, ci apre davanti la strada per la nostra idea di successo.

In più, nelle intemperie che la vita professionale sempre presenta, la differenza la fa riuscire a comportarci in maniera coerente con la professionalità che abbiamo costruito e dimostrato ogni giorno.

Il beneficio culturale del ‘no’

Un aspetto ugualmente trascurato è, pure, l‘impatto culturale del saper dire ‘no’ all’interno di un team o di un’organizzazione.

Questa pratica promuove un ambiente di lavoro basato sulla trasparenza e sull’onestà, dove le persone sono incoraggiate a impegnarsi solo in compiti che possono effettivamente portare a termine.

Dico quello che faccio e faccio quello che dico

deve essere il mantra di un team che unisce le forze e sostiene i suoi membri.

Strategie per dire ‘no’ con chiarezza ed efficacia

Dire ‘no’ non significa semplicemente rifiutare; significa farlo in modo che salvaguardi le relazioni e mostri responsabilità. È fondamentale comunicare il nostro rifiuto in maniera chiara, spiegando le ragioni in modo costruttivo e, quando possibile, offrendo alternative.

Ricordando che è sempre possibile cambiare un ‘no’ in un ‘sì’ in futuro, mentre è molto più difficile fare il contrario senza compromettere la propria reputazione.

Conclusione

In conclusione, saper dire ‘no’ è una competenza strategica che tutti possiamo tener allenata.

Non solo migliora la qualità del lavoro e la soddisfazione professionale, ma contribuisce anche alla costruzione di una solida reputazione.

Il viaggio di ognuno di noi nel mondo legale è diverso. Il nostro lo stiamo costruendo noi, giorno per giorno.

Buona visione!

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