Le ore sono quelle.
Gestire il nostro tempo di lavoro in maniera informale, secondo il “business as usual“, assicura un costante senso di sovraccarico, ma attenzione, non garantisce risultati soddisfacenti.
Perché, nel “knowledge work“, continuare a mantenere ritmi insostenibili fa diminuire anche la quantità, non solo la qualità del prodotto. Tra allineamenti continui, “rework” e incessanti interruzioni “per buttare la palla nell’altro campo” è difficile concentrarsi davvero su qualcosa.
Sicché, per quanto possa sembrare ironico, massimizzare il profitto richiede avere liste più brevi. Ovvero: già dalla lunghezza della nostra “to do list” possiamo predire che risultati otterremo.
L’iper-lavoro non è una condizione essenziale per il lavoro intellettuale, è l’effetto collaterale di come noi organizziamo il nostro carico di lavoro.
Il tempo per darsi delle risposte va trovato.
Smettendo, appunto, di sprecarlo altrove.
Il mondo legale cambia con noi 🖤
Alcune considerazioni sull’uso che facciamo del nostro tempo
👉 Quanti percorsi di carriera ci sono in uno studio professionale?
👉 Il rapporto (poco indagato) tra stanchezza e disaffezione al lavoro)
👉 La settimana lavorativa di 4 giorni negli studi professionali)
e 👉 La guida essenziale per gestire l’agenda oltre la ricerca disperata di slot liberi
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La parte più bella del viaggio è la compagnia!