Il temporary manager per sostenere il cambiamento negli studi professionali

Il temporary manager per sostenere il cambiamento negli studi professionali

Il passepartout degli studi professionali

È risaputo che le integrazioni tra studi professionali o tra team e le successioni alla governance sono momenti delicati che, se mal gestiti, possono avere effetti devastanti sulla produttività e sul morale dei professionisti.

Un dato di conferma?

Contate gli ultra quarantenni liberi professionisti nel vostro network che sono sicuri e sereni nel pensare che tra cinque anni lavoreranno dove lavorano oggi. Vi basta una mano.

Cosa fa un Temporary Manager?

Il temporary manager è una figura esterna all’organizzazione, qualificata rispetto alla questione e al contesto, che

  • collabora con l’organizzazione stessa (più precisamente, con parte di essa) per un periodo limitato
  • lavora per trasformare le sfide che l’organizzazione deve affrontare in opportunità di crescita e apprendimento
  • raggiunge l’obiettivo alla base del suo incarico proprio se, oltre a rispettare i tempi concordati per sostenere il cambiamento in atto, agisce per evitare di rendersi indispensabile.

Come interviene un Temporary Manager?

Il coinvolgimento di un consulente nel ruolo di Temporary Manager avviene, per lo più, attraverso l’incarico conferito a un professionista del settore in grado di supportare l’organizzazione nell’affrontare il cambiamento desiderato (e le resistenze che inevitabilmente suscita all’interno della comunità di persone impattate dal processo in atto).

Il temporary manager interviene su diversi fattori:

➡️ Cultura di studio – armonizza diverse culture professionali, creando una visione condivisa e valori comuni impostando un processo di cura nel tempo della stessa

➡️ Gestione del Cambiamento – analizza rapidamente la situazione e propone soluzioni basate su cosa funziona e cosa si può ripetere. Implementa strategie efficaci per guidare le persone attraverso la transizione, minimizzando resistenze e conflitti e agenti del cambiamento efficaci

➡️ Ottimizzazione delle risorse – valuta oggettivamente (essendo estraneo all’organizzazione, si assume sia impermeabile alle dinamiche interne) competenze e disponibilità e propone, alla luce dell’ascolto delle persone, una riorganizzazione dei ruoli funzionale a massimizzare l’efficienza operativa e il benessere nelle mansioni e nelle relazioni nel team

➡️ Comunicazione strategica – sviluppa un piano di comunicazione chiaro per mantenere informati e coinvolti tutti i livelli dello studio, non solo i clienti

➡️ Continuità operativa – garantisce la stabilità dei servizi ai clienti durante gli avvicendamenti nella compagine di professionisti e professional staff, preservando la reputazione dell’organizzazione.
Non solo: assicura che le attività quotidiane non vengano interrotte per via di avvicendamenti e questioni “politiche”, garantendo così la cura della stabilità e della continuità – necessarie a tutti per lavorare bene

➡️ Pianificazione Strategica – facilita la definizione di obiettivi a medio lungo termine per impostare piani di azione che orientano le attività del team e l’apprendimento del lavoro per obiettivi➡️ Gestione del talenti – cura engagement e motivazione e facilita la gestionen dei problemi nelle relazioni tra le persone in studio.

Quali caratteristiche deve sempre mettere in campo un Temporary Manager che collabora con uno studio professionale?

  • Flessibilità e rapidità
  • Oggettività e visione
  • Problem solving strategico
  • Motivazione e coinvolgimento di tutti
  • Comunicazione chiara ed efficace
  • Leadership empatica.

Rispetto al Professional Staff stabilmente presente in studio, il Temporary Manager si avvantaggia

  • dell’aver maturato esperienza collaborando come consulente con più realtà professionali (ciascuna caratterizzata per il sistema di governance, le aree di practice, il numero e la qualifica dei collaboratori, il numero e la qualifica dei dipendenti, l’attitudine all’innovazione, l’apertura alla tecnologia…)
  • dell’autorevolezza che consegue al fatto stesso di aver riconosciuto ufficialmente il bisogno di coinvolgere una figura esterna per risolvere la questione critica
  • del fatto di essere stato coinvolto proprio per giocare una partita che sarebbe – per più ragioni – preclusa allo staff interno, che pertanto potrebbe più facilmente mostrarsi incline a facilitarne l’intervento
  • della possibilità di riferire direttamente al Top Management senza pagare il fio a tempi e dinamiche connessi alla gerarchia interna
  • della possibilità di proporre indicatori di risultato coerenti con l’obiettivo dell’incarico che, pur tenendo presente lo status quo, alterano “rapidamente” l’equilibrio per espresso mandato del Top Management.

L’esperienza da Executive Coach insegna che…

Solo i risultati dimostrano che la strategia era buona.

Il Temporary Manager si muove con maggior agilità rispetto alle figure interne allo studio, e riesce a portare innovazione e sperimentazione dove resistenza al cambiamento e convinzioni limitanti impedirebbero qualsiasi iniziativa.

food for thought 💭

#theUnsaid 🖤

Qui è possibile alimentare il confronto sull’argomento attraverso LinkedIn.

Qui qualche informazione preziosa sul ruolo del Temporary Manager negli studi da Massimiliano Carbonaro.

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